Come si può garantire che i diritti delle persone che non parlano la nostra lingua possano essere rispettati e che la macchina della giustizia possa funzionare in modo efficace, se non si ricorre a interpreti e traduttori qualificati, fornendo loro un compenso adeguato? Leggi di più sul Fatto Quotidiano
Gentile Andrea D’Ambra,
Lei nella lettera della sua petizione su change. org (https://www.change.org/p/le-istituzioni-italiane-diano-il-buon-esempio-assumendo-e-ricorrendo-ad-interpreti-traduttori-qualificati) vuole chiedere “Al Governo Italiano, la modifica del Decreto Ministeriale 16 marzo 2001, n.032/655 prevedendo, che per l’assunzione di Traduttori e Interpreti, venga inserito come requisito il possesso della Laurea Magistrale in Traduzione/Interpretazione rilasciate dalle Scuole per Interpreti riconosciute a livello europeo.”
Vorrei chiederle: Lei intende esclusivamente la classe di laurea Traduzione e Interpretariato (LM-94)? Io sono uno studente universitario magistrale iscritto non a Traduzione e Interpretariato (LM-94), bensì a Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale (LM-38), dove svolgo esami di traduzione e di interpretazione di TRATTATIVA e CONSECUTIVA. Qual è il suo punto di vista sull’ammissione legale della mia classe di laurea ad una ipotetica revisione delle leggi che sta proponendo tramite la sua petizione su change.org?
Grazie
Roberto Mambella
Gentile Roberto,
penso che si potrebbe dare un riconoscimento anche a classi di laurea come la sua, dove ci sono esami di traduzione ed interpretazione, magari dando un punteggio inferiore rispetto a chi è laureato in Traduzione e Interpretariato presso una Scuola Interpreti, riconosciuta a livello europeo e per accedere al cui corso ha dovuto superare un esame di ammissione.
Cordiali Saluti
Andrea